Quando Zygmunt Bauman ideò il concetto di “società liquida” non poteva immaginarne il peso negli anni a venire.
Oggi la liquidità ha la massima attenzione, sotto tutti i punti di vista.
In ambito sociale, a dire il vero, la vorremmo un po’ meno liquida… Per dirla alla Bauman: la società potrebbe essere meno individualista e più attenta al bene comune.
Nei mercati finanziari vorremmo avere, al contrario, una liquidità elevatissima proprio per evitare possibili contagi e fallimenti a catena.
Christine Lagarde* lo ha ribadito anche nell’ultimo meeting della BCE: “Gli strumenti a nostra disposizione non sono esauriti. Se servirà fare di più, lo faremo”.
In altre parole: i mercati devono rimanere liquidi. Ad ogni costo!
I mercati, però, non sono astratti ma composti da famiglie, imprese e operatori finanziari. Il loro compito è quello di a trasmettere liquidità a chi serve.
La recente notizia su HSBC**, la più grande banca europea, ci restituisce un quadro non proprio esaltante sulla trasmissione della liquidità all’economia reale.
Il colosso bancario inglese dichiara: “the bank is struggling to charge more for loans to borrowers than it pays out to depositors”. In sintesi, la banca sta cercando di migliorare il margine di interesse, ma nel frattempo, è costretta a varare un piano di tagli che ha l’obiettivo di ridurre di circa il 25% (più di 10 miliardi di $) i costi annuali e aggiornare il proprio modello di business.
Ennesima conferma che oggi e nei prossimi anni la vendita del denaro non è (e non sarà) così semplice e profittevole.
Quindi?
Non preoccupatevi! Arrivano i nostri … i nostri sono quelli dell’Asset Management.
Nell’Europa banco-centrica sia i fondi tradizionali sulle azioni e obbligazioni corporate quotate, che i fondi alternativi (come quelli di private Equity o private Debt), stanno in parte prendendo sulle loro spalle il vecchio mestiere di “Banca”.
Per avere un’idea del fenomeno.
Alla fine del 2019 in Europa il solo patrimonio dei fondi alternativi superava i 2.000 miliardi di Euro.
Tra questi, i Private Equity e Private Debt hanno visto crescere le masse di circa il 75% in soli 4 anni (2015-2019).
Bene, no? Invece no !
Il recentissimo Global Financial Stability Report*** sottolinea quanto l’industria europea dell’asset management rimanga vulnerabile ai deflussi nei fondi di investimento quando il mercato va sotto stress, i prezzi scendono rapidamente e la liquidità degli strumenti si riduce in modo significativo.
Lo scorso marzo e aprile ne sono un esempio, anche se, fortunatamente, l’impatto non è stato su larga scala.
In marzo, Fitch**** ha contato 76 fondi di investimento Europei (40 miliardi $ di AuM) che hanno sospeso i disinvestimenti ai clienti per difficoltà a liquidare gli asset in portafoglio. L’ESMA, da parte sua, corregge il fenomeno segnalato da Fitch, riportando una stima degli asset più vicina ai 100 miliardi $.
La cifra di 100 miliardi $ su 19.000 miliardi $ di asset nell’industria dei fondi europei (dati a fine 2019) rappresenta circa lo 0,5% delle masse. Un dato ancora contenuto, ma pur sempre significativo per i possibili effetti contagio.
Qui arriva il paradosso: nonostante che le Banche Centrali e i Governi nazionali stiano aumentando come non mai la carta in circolazione (sotto forma di moneta o debito) è proprio la mancanza di liquidità che mette a rischio l’economia internazionale e il corretto funzionamento degli operatori finanziari e dei mercati.
Quali armi abbiamo per limitare le conseguenze di questo fenomeno?
I policy maker, come dice Ignazio Visco*****, continueranno a monitorare e intervenire sui NFBI (Non-Bank Financial Intermediaries: Asset Manager e Assicurazioni) per agire su:
- i requisiti minimi di liquidità;
- le regole per ridurre e limitare l’acquisizione di rischio a lungo termine con raccolta di breve termine (liquidity trasformation);
- l’uso della leva;
- la concentrazione e interconnessione degli asset in portafoglio.
Ma nella pratica spiccia e quotidiana, tu consulente cosa puoi fare per aiutare i tuoi clienti?
Molto!
Puoi decidere, ad esempio, di applicare un meccanismo di consulenza e gestione del patrimonio che si basa sui principi dell’Asset e Liability Management.
Si hai capito bene.
E’ lo stesso procedimento che una compagnia assicurativa fa quando abbina in modo coerente le attività e le passività del proprio patrimonio per equilibrare tempi, strumenti e rendimenti in modo da minimizzare i problemi di liquidità.
Per un investitore non è molto diverso!
Le attività e passività attuali e future (e nelle passività sono ricompresi gli obiettivi di vita) devono essere gestite per tendere ad un equilibrio nel tempo.
Questo equilibrio dinamico è una partita non semplice ma molto “efficace” che si gioca con le regole del Goal Based Investing!
** https://www.reuters.com/article/hsbc-hldg-results-int-idUSKBN27C0HO
***** https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2020/Visco-2020.10.22.pdf