“Bolle comportamentali” in consulenza finanziaria

Ricorderai sicuramente l’esempio del “concorso di bellezza” (“beauty contest”) introdotto da J.M. Keynes, per spiegare il funzionamento dei mercati finanziari.

L’arguto economista scriveva*: “immaginatevi di essere dei giudici in un concorso di bellezza. Avete davanti a voi centinaia di fotografie e dovete dire non la modella che voi ritenete più bella ma quella che gli altri pensano lo sia. In una situazione come questa tutti cercano di indovinare cosa pensano tutti gli altri. Perché? Perché se tutti credono che tutti credono, allora è quello che succederà”.

Ecco. Ciò che vale in un concorso di bellezza, non differisce molto da ciò che accade nei mercati finanziari.

I trend nascono, crescono, si consolidano e si dissolvono continuamente. In alcuni casi le basi su cui si fondano sono solide e quindi il loro flettere può essere momentaneo; in altri casi gli argomenti su cui si basano sono sì suadenti, ma con scarso o addirittura “zero” valore, per cui la caduta è inevitabile nonché irrecuperabile.

Queste “bolle” anche se prive o povere di “valore reale” possono però andare avanti per molto tempo.

La più citata “bolla finanziaria” della storia è la “bolla dei Tulipani”. Nel 1637 ad Amsterdam furono venduti dei bulbi ad un prezzo 10 volte maggiore dello stipendio annuo di un artigiano**. Poco dopo iniziò la folle discesa che vide dissolvere il valore del tulipano come neve al sole.

Spesso quello che accade in finanza, succede nella testa delle persone, ed è proprio per questo che tali meccanismi mentali non è detto che rimangano confinati alla sola finanza.

Cosa voglio dire? “Bolle” tipo quella dei tulipani sono presenti anche nei comportamenti di tutti i giorni.

Dan Ariely, psicologo alla Duke University, ne diede una dimostrazione pratica durante una lezione universitaria***.

Introducendo la sua disciplina, l’economia comportamentale, Ariely decise di iniziare con una definizione della materia utilizzando un generatore automatico. Premendo un bottone, la macchina produceva una sequenza di parole che componevano frasi piuttosto astruse come “teoria dialettica enigmatica” o “razionalismo neodecostruttivo”.

Insomma un modello automatico del nostro corrispettivo, ma umanissimo “tarapia tapioco come se fosse antani” del film geniale Amici miei…

Gli studenti di Ariely ascoltarono per parecchi minuti quell’insieme di parole senza significato, senza osare ridere, alzare la mano o dare l’impressione di non capirci niente.

Ad un certo punto Ariely si fermò e fece la domanda delle domande: “Perché nessuno mi ha chiesto di che diavolo stavo parlando?”.

Il Re è nudo! Gli studenti si sciolsero in un sorriso di sollievo. Infatti, i poveri ragazzi, pur non avendo capito nulla, si osservavanol’un l’altro e notando che il vicino ascoltava con grande attenzione, pensavano che la mancata comprensione fosse da imputare alla propria scarsa capacità.

Anche a te è capitato di vivere questa esperienza? Ricordi la sensazione di disagio che hai provato a sentire l’ennesimo acronimo alieno in uno dei convegni a cui hai partecipato?

In psicologia tale fenomeno viene chiamato: “ignoranza pluralistica”.

Adesso penserai: “Luciano, non mi freghi, non è che adesso stai usando il generatore di parole di Ariely?”

No, questa è vera!**** E questo tipo di ignoranza purtroppo, è alla base di diverse “bolle comportamentali” in cui cadiamo inconsapevolmente e che alimentiamo nostro malgrado.

Nella vita molti avvenimenti prendono una direzione piuttosto che un’altra, perché tutti, danno per scontato che l’altro o gli altri possano saperne più di te. In questo modo in poco tempo i comportamenti si consolidano e diventano “il riferimento” per la maggioranza.

Mi viene in mente un esempio buffo.

Qual è la migliore strategia per togliere un cerotto?

Di solito si suggerisce lo strappo. Mia moglie è la nostra esperta di riferimento in famiglia. Un bello strappo secco e deciso, con buona pace degli strilli e del pomfo rosso e glabro che ne deriva.

Invece, anni di ricerca sperimentale hanno chiarito che è meglio una rimozione graduale, piuttosto che quella a strappo. Nel primo caso, infatti, il picco di dolore sarà inferiore e la zona trattata dal cerotto risulterà molto meno traumatizzata (adesso il problema è: chi lo dice a mia moglie? 😉 )

Un altro esempio? Lo “sballo alcolico”. Chiedendo direttamente ai ragazzi che praticano, purtroppo, questa pericolosa attività, non risulta essere un esercizio così entusiasmante, soprattutto per i postumi; tuttavia, dal momento che l’idea comune è che lo sballo sia un’opportunità fantastica di condivisione di un’esperienza, ecco che alla fine della serata si ritrovano sdraiati a pelle di leopardo sul marciapiede.

E nella consulenza finanziaria? Cosa succede?

L’esempio che mi sta particolarmente a cuore è:

se chiedi cosa si dovrebbe fare con il denaro a consulenti (o private) e ai clienti, molti dichiarano di volere usare il denaro per realizzare i progetti della famiglia …

… come anche registra questa recente analisi***** (nota che i clienti esprimono una percentuale maggiore rispetto ai consulenti. Non è la prima volta che accade!)

domande e risposte di clienti e professionisti. mantenimento del valore del capitale nel tempo al primo posto. tra i primi 3 c'è realizzare un progetto per la famiglia

Ogni anno, però, apprendiamo dal rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane******, che chi lo adotta in modo sistematico è ancora una piccola parte dei risparmiatori e investitori.

L’ultimo report (gennaio 2023 su dati 2022) parla di una percentuale di pianificatori esperti intorno al 12.4%:

i pianificatori esperti sono solo il 12,4 %. sono quelli che rispettano sempre il loro budget. il 36 % non ha budget

Numeri ancora troppo distanti dalle dichiarazioni di volontà personali di consulenti e clienti.

Le famiglie, a volte, così come le imprese o interi paesi sono intrappolate in grandi “bolle comportamentali”. Sono “bolle” non sempre positive da cui si fa fatica ad uscire; sistemi in cui i singoli non capiscono bene ciò che accade e perché, ma in cui le persone si adattano. Sono “bolle” in cui si è coscienti che comportamenti più virtuosi potrebbero essere adottati, ma dove solo pochi riescono ad opporvisi guardando oltre.

Quando, però, il fondamento della bolla non è così solido, il destino è segnato. Magari, come diceva Keynes, potrà volerci del tempo, ma certo la fine sarà ineluttabile.

L’inizio della fine, quasi sempre comincia nel momento in cui qualcuno, si pone e fa nuove domande. All’inizio, questi soggetti sembrano fuori dalla realtà, addirittura un po’ naif, ma a forza di credere e vedere il mondo sotto un’altra prospettiva, riescono pian piano a proporre un modello di comportamenti differente che inevitabilmente metterà in crisi il precedente evidenziandone limiti e difetti.

Quali sono le “bolle comportamentali” in cui pensi di essere immerso?

Se inizi a riconoscerle vuol dire che sei già un pezzo avanti!

* Cap. 12 della “Teoria generale dell’occupazione dell’interesse e della moneta”, 1936.

** Per chi volesse approfondire l’argomento segnalo una bellissima pubblicazione dove sono raccontate le 46 bolle speculative più importanti avvenute nel mondo dal 1300 al 2008: “The Pit and The Pendulum: A Mangerei of Speculative Follies” di David Winton Harding 2012.

***https://www.youtube.com/watch?v=-9wHttUayMo

****https://it.wikipedia.org/wiki/Ignoranza_pluralistica

***** Ricerca Finer/Fidelity riportata su Plus del 21 gennaio 2023.

******

– Dati 2022 pag 73 https://www.consob.it/documents/11973/287812/rf2022.pdf/cf6f38e9-dbcc-6057-8fff-f56643facdba

– Dati 2021 pag. 93 https://www.consob.it/documents/1912911/1941479/rf2021_it.pdf/b37ab0b4-fdef-efe8-ce91-90a645760cc0

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