Qualche volta mi è capitato di fare un giro in canoa al lago. È un’esperienza appagante perché ti fa sentire libero man mano che il panorama si allontana e le persone diventano dei Lillipuziani.
Se osservi bene come procede la pagaiata, puoi notare che alcuni piccoli mulinelli si avviluppano intorno al remo mentre questo si sposta verso la parte posteriore e la canoa avanza.
Secondo te, è l’acqua che va indietro e noi andiamo avanti? E se è così dove se ne va tutta questa acqua spostata?
La risposta non è semplice come sembra: l’acqua, prima di tutto, non può andare indietro! Se così fosse, significherebbe che la pagaia spingendo indietro l’acqua, che a sua volta ne spinge altra, che ancora ne spinge dell’altra, dovrebbe arrivare a spostare migliaia di tonnellate d’acqua. E neppure Ercole in una delle sue fatiche sarebbe stato in grado a farlo!
Quindi? L’acqua dove se ne va?
A dire il vero da nessuna parte. Siamo noi a muoverci. L’acqua, nonostante paia così malleabile, è in verità una sostanza solida e pesante. Per spostare la barca in avanti, siamo noi a far leva su di essa. In altre parole:
Noi non cambiamo il lago. Il lago risponde al nostro sforzo, cambiando noi.
Avere chiaro in testa “chi cambia chi” o “cosa guida le nostre azioni” non è una cosa di poco conto, perché questa percezione impatta la nostra idea di libertà rispetto a ciò che accade intorno a noi.
Ne avevo già parlato qualche tempo fa, ma proviamo insieme a rispondere a questa semplice domanda:
Cosa significa essere liberi?
Una possibile risposta potrebbe essere:
libertà significa fare quello che mi piace, andare dove voglio e pensare quello che voglio.
Naturalmente purché non si danneggi gli altri! Sì. Potremmo anche vederla così.
In questo senso, però, la libertà pone l’accento sull’idea di indipendenza; ma diciamo la verità, essere indipendenti non significa automaticamente essere liberi. Forse Robinson Crusoe sulla sua isola deserta riuscì a vivere la sua indipendenza in piena libertà; ma altrimenti, in società interconnesse come le nostre, la maggior parte delle volte è molto probabile che si stia semplicemente seguendo il gregge.
La vera libertà personale richiede qualcosa di più: richiede una buona consapevolezza di sé.
Guardiamo al caso dell’emissione del BTP Valore, ad esempio.
La sottoscrizione dell’emissione dei titoli è avvenuta dal 2 al 6 ottobre e il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noto, al termine, che sono stati raccolti oltre 17 miliardi di euro.
Premetto che non ho nulla contro le emissioni di BTP o in generale di titoli di Stato. A livello personale sono strumenti come altri che consentono di perseguire i propri obiettivi di vita. A livello statale è grazie alle nuove emissioni che si rimborsano i vecchi titoli in scadenza e si copre il fabbisogno aggiuntivo. In altre parole, in mancanza di questi titoli non saremmo in grado di onorare il debito in scadenza, di pagare gli interessi sullo stock di debito esistente e di pagare stipendi e pensioni* (come puoi vedere nel grafico qui sotto).
Rimborsi ed emissioni di titoli di stato e prestiti della Repubblica (dati annuali, 1989-2022, fonte Banca d’Italia in miliardi di euro)
A mio avviso, però, la nota che stride è come l’operazione è stata congegnata e comunicata.
Prima di tutto il nome “BTP Valore” dichiara esplicitamente che l’operazione “ha Valore”! Ossia che sia conveniente per il sottoscrittore.
Tuttavia, guardando ai numeri del 2 ottobre (giorno di inizio delle sottoscrizioni) non appariva un così grande vantaggio rispetto ad un possibile acquisto sul mercato secondario…
Ricordo (solo a quei pochi che non hanno seguito l’emissione) che il titolo prevedeva una durata di 5 anni con:
- stacco cedole trimestrali;
- un rendimento annuo lordo per i primi 3 anni pari al 4,1%;
- un rendimento annuo lordo del 4,5% per il 4° e 5°;
- un premio fedeltà dello 0,5% dell’ammontare investito erogato al momento del rimborso del titolo (alla scadenza del 5° anno).
Bene a questo punto facendo qualche semplice calcolo, si può notare che:
1) Il rendimento annualizzato netto dell’emissione BTP Valore, se portata a scadenza, sarebbe stato del 3,55% in capitalizzazione composta o del 3,82% in capitalizzazione semplice:
2) Tale rendimento non sarebbe stato molto diverso da emissioni di durata molto simile e acquistabili sul mercato secondario:
3) Cosa che stride ancor di più, il rendimento target del Btp Valore non era poi così diverso rispetto ad emissioni acquistabili sempre sul mercato secondario, ma con durata molto inferiore. Diversi BTP al momento dell’emissione del BTP Valore registravano rendimenti netti intorno al 3,5% ma con scadenze a 2 anni o 3 anni e non a 5 anni**.
Quindi, se non ho dovuto indossare gli occhiali da sole perché il “Valore” non era poi così abbagliante, perché c’è stata questa “corsa all’oro”?
Io credo che l’effetto gregge abbia avuto il suo ruolo. Prendere le decisioni con il pilota automatico è molto più semplice che impiegare del tempo per analizzare ciò che accade intorno a noi. E figuriamoci pensare di impiegare tempo e risorse per aumentare la consapevolezza di noi stessi.
Incredibilmente, la scorciatoia che dovrebbe portarci dritti dritti verso la libertà, si rivela invece come la responsabile della sua limitazione.
Concentrarsi troppo sulla sicurezza e sulla stabilità rischia di farci dimenticare di analizzare meglio il contesto in cui siamo e, di conseguenza, ostacola la ricerca della scoperta di nuove cose.
Cosa insegna la storia del BTP Valore?
La storia del BTP Valore (senza alcun evidente valore) ci racconta di un’operazione che sfrutta una nostra vulnerabilità: l’incapacità di essere consapevoli sul perché il denaro sia importante nelle nostre vite. Senza questa consapevolezza seguire la massa è di fatto la cosa più semplice.
Secondo te, tutti gli investitori sottoscrittori del BTP Valore erano consapevoli che avrebbero potuto comprare un BTP sul mercato secondario ad un rendimento molto simile e magari con una durata inferiore?
Erano consapevoli che il BTP Valore non fosse un’opportunità così unica e irripetibile?
Questa storia ci insegna quindi che sarebbe sempre opportuno riflettere su ciò che vogliamo e su quello che vuole il mondo lì fuori (in questo caso lo Stato), in modo da provare a trovare un equilibrio tra i nostri desiderata e quelli dell’ambiente che ci circonda.
Come nell’immagine iniziale della canoa, questo passaggio di chiarezza ci potrà aiutare a capire che non è la nostra pagaia a spostare il lago, ma che è il lago che sta spostando noi.
* L’ammontare delle emissioni annuali di titoli di stato e prestiti della Repubblica è quasi sempre superiore ai rimborsi. Senza questa raccolta aggiuntiva lo Stato andrebbe in sofferenza di liquidità e non potrebbe mantenere gli impegni presi e i servizi erogati.
** Alla data in cui scrivo, il 7 ottobre 2023, su rendimentibtp.it è possibile verificare che ad esempio sul BTP in scadenza il 15 novembre 2025 (circa 2 anni) con cedola lorda annua del 2,5% il rendimento netto è pari al 3,45%. Pochi centesimi in meno rispetto al rendimento netto del BTP Valore, ma con una tempistica di rimborso del capitale inferiore di 3 anni.