Mercoledì ore 7.30. Sto compiendo un’azione eroica: mi sto spostando in macchina da Cernusco sul Naviglio (zona est di Milano) a Varese. L’eroicità sta nel fatto di compiere in questa fascia oraria le tangenziali di Milano, l’A4 e l’A8 in un tempo stabilito: riuscire ad arrivare all’appuntamento entro le 9. Padronanza dei nervi, autocontrollo e conoscenza di itinerari alternativi come eventuale piano B sono i prerequisiti per affrontare il percorso.
Pronti, partenza, via! Appena immesso in tangenziale mi imbatto in 4 km di coda.
Inizia l’attesa e tale imprevisto mi riporta alla mente un gioco che ti ho sottoposto qualche tempo fa*. Te lo semplifico per comodità.
La coda in tangenziale è di circa 4 km. Con sole due corsie il traffico funziona così:
Come puoi notare, sia che tu stia nella corsia A che nella B, il tempo di percorrenza è il medesimo (16 minuti).
C’è solo un dettaglio (snervante): la corsia accanto non ha gli stessi tempi di percorrenza della nostra. In alcuni momenti è più lenta (10 Km/h vs 30 Km/h della nostra) e quindi ti senti un gran “furbone” perché hai indovinato la corsia giusta; altre volte invece è più veloce (30 km/h vs 10 Km/h della nostra) e affondi in una frustrante disperazione perché hai fatto la scelta peggiore.
Il busillis sta proprio qui: sei in grado di tenere la corsia scelta inizialmente per tutto il tempo del percorso?
Non è per nulla semplice. È troppo forte il disappunto che ti assale quando la coda accanto sfila con una scioltezza così sfacciata.
Tornando all’esempio fatto, se riuscissimo a saltare al momento giusto da una corsia all’altra per provare a mantenere sempre i 30 km orari, il nostro tempo di percorrenza si ridurrebbe da 16 minuti a 8 minuti. Visto che nella realtà, però, non conosciamo quando il rallentamento o l’accelerazione sull’altra corsia si verificheranno, lo scenario peggiore è quello di sbagliare i tempi del salto di carreggiata e viaggiare così a 10 Km orari costanti. In questo caso, percorrerò il tragitto di 4 Km invece che in 16 minuti in ben 24 minuti.
Ti ho parlato del traffico, non perché voglia propormi ad assessore alla viabilità, ma perché per me esso rappresenta la perfetta metafora di due differenti approcci agli investimenti e di quanto stia accadendo sui portafogli negli ultimi mesi.
Mi spiego:
- mantenere la corsia richiama l’approccio “Buy & Hold” (“Compra e tieni”);
- cambiare corsia per evitare di perder tempo e sentirsi meno “stupido” richiama il concetto di “Market Timing”. In soldoni è quella spinta psicologica che ti porta ad agire pur di non star fermo ed evitare così un futuro rimpianto.
A questo punto, per avvicinare la gestione reale dei portafogli alla metafora della coda in tangenziale, ho bisogno di una misura che, come nel gioco, mi parli della “velocità di percorrenza delle corsie”.
Per capire se in un determinato arco temporale l’approccio “Compra e tieni” è abbastanza veloce, ho bisogno di confrontarlo rispetto alla massima velocità percorribile.
Devo quindi:
- stabilire un tempo di percorrenza (nella mia analisi ho pensato a più tempi per fornire maggiori informazioni = 3, 5, 7, 10 anni da variare in modo rolling) ;
- stabilire un tracciato da percorrere (qualcosa di non troppo rischioso, come piace agli investitori italiani = 30% azioni globali e 70% obbligazioni governative globali**)
- calcolare la performance prodotta dalla strategia “Compra e tieni” (velocità di percorrenza nella corsia A);
- calcolare quale sarebbe stata la performance massima ottenibile dall’investitore nello stesso periodo di osservazione (velocità di percorrenza nella corsia B);
- confrontare i due dati.
Guardiamo insieme i risultati nel grafico qui sotto.
In colore blu più scuro ci sono i dati di performance di 430 portafogli bilanciati prudenti (70% obbligazioni e 30% azioni**) con una durata di 3 anni rolling (portafogli di 3 anni che si spostano in avanti di mese in mese dal dic. 1984 al set. 2023) confrontati con il rendimento massimo ottenibile*** dai medesimi portafogli negli stessi periodi di osservazione.
Cosa ti salta subito all’occhio?
La strategia “Compra e tieni” per portafogli bilanciati prudenti (70 Bond e 30 Equity) si è comportata bene nel tempo (1984-2023).
Ok. Ma quanto bene?
Se volessimo dare un dato di sintesi, la strategia “Compra e tieni” è riuscita a catturare l’85% della performance massima che i 430 portafogli con durata triennale avrebbero potuto generare nel tempo. Mica male, no?
E se invece i tempi da 3 anni fossero stati invece 5, 7 o 10 anni?
I risultati non sarebbero cambiati molto; anzi le percentuali sulla capacità di catturare la performance massima sarebbero cresciute un po’:
Tornando alla metafora della coda in tangenziale, mantenere la propria corsia avrebbe permesso mediamente di andare veloce (anche molto veloce!).
Ottimo. Quindi tutto a posto?
Come noterai nei grafici sopra, ci sono dei momenti in cui le performance massime (il blu più chiaro) sono superiori alle performance dei portafogli “Compro e tengo”.
Per maggior chiarezza riprendo i dati dei portafogli a 3 anni perché riportano il fenomeno con più evidenza. Anzi, per renderli ancora più chiari li rappresento qui sotto come differenza tra performance massima ottenibile e performance strategia “Compro e tengo”:
Come puoi vedere il grafico evidenzia un fenomeno che sta montando sul mercato mese dopo mese. Le performance dei portafogli a 3 anni costruiti dal 2018 in poi mostrano un andamento delle performance massime via via maggiori rispetto alla strategia “Compro e tengo”.
Qual è quindi la conseguenza? Una fortissima spinta a muoversi e ad agire con il market timing (“provo a cambiare corsia”) per cercare di chiudere il gap di performance. Tutto questo, nonostante che il “Buy & Hold” (“Compro e tengo”) abbia in generale funzionato bene negli anni.
Ogni giorno colleghi consulenti me lo raccontano sempre di più; diciamoci la verità:
“Riuscire a tenere i portafogli investiti senza agire sta diventando sempre più difficile”.
E non ci vuole un genio per capire che lo sarà ancor di più:
- se questa situazione perdurerà nel tempo, viste le rinnovate tensioni geopolitiche;
- in tutti quei casi in cui 3-5 anni fa sono stati fissati con i propri clienti dei patti generici su obiettivi di investimento del tipo: “minimo 3-5 anni; rischio del portafoglio contenuto (profilo MIFID 2 o 3); possibile rendimento medio 2-3% all’anno”.
L’anello debole di questo genere di patto concluso col cliente è che difetta di una forte immagine a colori che si staglia alla fine del percorso; manca cioè un chiaro obiettivo di vita da raggiungere. E come dico sempre, ogni obiettivo porta con sé sogni, desideri e emozioni positive che hanno la potenza di contrapporsi alla forza della paura e del rimpianto, sentimenti questi, capaci di scorrazzare in lungo e in largo sui mercati finanziari in questi tempi complessi.
*per chi mi segue da tempo l’esempio è stato proposto già in un vecchio articolo pubblicato su LinkedIn il 22 settembre 2019. Oggi lo ripropongo perché mi permette di riflettere su un comportamento che sta prendendo sempre più piede.
**Dati da dicembre 1984 a fine settembre 2023. Indici: azioni globali / MSCI World Index in USD convertito in Eur; obbligazioni globali / FTSE World Government Bond – Developed Markets Index (Hedged EUR).
***La performance massima è calcolata semplicemente mettendo a confronto il valore minimo e il massimo raggiunto dal portafoglio nel periodo di osservazione (3, 5, 7, 10 anni rolling). Performance massima = (Valore Massimo portafoglio nel periodo/Valore minimo portafoglio nel periodo)-1. In altre parole quello che si otterrebbe facendo un market timing perfetto: entro al minimo e esco al massimo.