Perchè parlare di immaginazione nel mese dell’educazione finanziaria?

Come sapete Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria.

Parlare di educazione finanziaria significa occuparci del nostro futuro.

A tuo avviso:

Perché ci capita di prendere decisioni di cui ci pentiremo in futuro?*

In altre parole:

  • perchè quando siamo giovani spendiamo soldi per farci tatuare sul nostro corpo nomi e volti di persone che magari, dopo qualche anno, decidiamo di cancellare spendendo altrettanto denaro?
  • perchè compriamo case delle vacanze, arredate di tutto punto, che poi rivenderemo perchè poco frequentate?
  • perchè tante persone (anche esperte) hanno sbagliato a prevedere come la tecnologia potesse evolversi in futuro? (Come ci ricorda la famosa frase di Ford: “Se avessi chiesto ai miei clienti cosa volevano, mi avrebbero risposto: un cavallo più veloce”).

Una possibile risposta è: perchè pensiamo che quello che viviamo oggi, non potrà variare molto in futuro!

Questa tendenza della nostra mente è chiamata: Illusione della fine della storia!

Se pensiamo che il futuro cambierà poco, allora è naturale proseguire col ragionamento con queste domande:

  • Perchè pianificare?
  • Perchè investire tempo nell’educazione finanziaria?

Questa illusione, di cui non siamo pienamente consapevoli, rappresenta allora una forza oscura che ci ostacola e ci impedisce di aver un buon rapporto con il nostro futuro.

Mi spiego meglio.

La percezione che il ritmo con cui avvengono i cambiamenti nella nostra vita rallenti con il passare del tempo, è molto comune.

Ad esempio:

  • i nostri bambini sembrano cambiare da un minuto all’altro;
  • ma i nostri genitori sembrano cambiare da un anno all’altro.

Quindi, qual è il momento magico nella vita in cui il cambiamento passa all’improvviso dal “galoppare” al “passeggiare”?

  • È l’età senile?
  • La mezza età?
  • Forse l’adolescenza?

La risposta di Dan Gilbert*, psicologo e studioso dell’Illusione della fine della storia, è: “adesso!”

Qualunque sia l’età in cui ci si trova.

Lo psicologo** chiese a circa 19.000 persone, suddivise per età (18-68 anni), di valutare l’impatto dei cambiamenti nella loro vita avvenuti nei 10 anni precedenti in termini di:

  • personalità;
  • valori;
  • preferenze;

e di fare poi una previsione per i successivi 10 anni.

Ebbene i dati furono chiarissimi.

A qualsiasi età, e per tutti e tre gli aspetti valutati, le persone affermavano che guardando al passato (10 anni precedenti), i cambiamenti erano stati maggiori delle aspettative, ma guardando al futuro la stessa intensità di fenomeno non ci sarebbe stata.

Anche graficamente questo risultato è evidente. La linea più scura (passato) è sempre al di sopra di quella più chiara (futuro).

gilbert study on change in personality, values and preferences

Questo ragionamento potrebbe sembrarti astratto, ma non lo è! Anzi, queste valutazioni potrebbero avere aspetti molto intimi o pratici nella nostra vita:

  • Il tuo miglior amico oggi lo sarà anche tra 10 anni?
  • La tua vacanza preferita oggi sarà la stessa tra 10 anni?
  • Il tuo cantante preferito oggi sarà anche il tuo cantante preferito tra 10 anni?

Forse, anche tu, come le persone nello studio di Gilbert, risponderai a queste domande affermando che quello che preferisci oggi sarà anche quello che preferirai tra 10 anni. Se però volgessi lo sguardo indietro, noterai che, su questi aspetti, forse oggi le tue preferenze potrebbero essere già molto diverse da quelle di 10 anni fa.

La morale di questa storia è che:

Siamo dei lavori in corso che erroneamente pensano di essere “lavori terminati o quasi”.

Questa errata percezione o illusione non aiuta sicuramente a proteggerci da eventi inattesi o a pianificare per il futuro!

Perchè è così?

Gli studiosi non lo sanno con precisione.

Alcuni ipotizzano che questa illusione possa avere a che fare con una maggiore facilità a ricordare, piuttosto che ad immaginare.

La maggior parte di noi ricorda chi era 10 anni fa e fatica ad immaginare il proprio futuro tra 10 anni.

In questo passaggio mentale però

l’errore è credere che se qualcosa è difficile da immaginare, sarà anche difficile che accada.

Se vogliamo costruire il futuro con i nostri clienti, dobbiamo essere coscienti che dobbiamo superare insieme questo difetto di immaginazione.

Lavoriamo, quindi, insieme ai nostri clienti con la consapevolezza che la pianificazione patrimoniale può trovarsi solo all’interno di un vero e proprio processo di immaginazione.

Buon mese dell’educazione finanziaria a tutti!

* Dan Gilbert, professore di psicologia alla Harvard University.

** https://wjh-www.harvard.edu/~dtg/Quoidbach%20et%20al%202013.pdf

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