Goal Based Investing per clienti imprenditori

Tutti siamo alla ricerca di qualcosa.

Quando siamo motivati, continuiamo a cercare nonostante le difficoltà, perché sappiamo di poter fare la differenza. Se nel tempo poi, riusciamo a mantenere alta la fiamma della motivazione continuiamo a indagare sempre più in profondità, generando indirettamente nei nostri confronti un’aura di rispetto che, come un circolo virtuoso, fa nascere negli altri la voglia di lanciarsi in analoghe “battaglie” o di unirsi proprio alla nostra.

Questa “ricerca” continua si esprime in diversi modi, ma per molti di noi si chiama “impresa”. Fare (un’) Impresa corrisponde all’atto umano di realizzare qualcosa che potrebbe sì non funzionare, ma che, allo stesso tempo, potrebbe fare la differenza!

La colonna vertebrale dell’Italia è costituita da tanti piccoli imprenditori che rappresentano l’asse portante dell’economia italiana.

Gli ultimi dati Istat (2019)* ci dicono che in Italia ci sono quasi 4 milioni e 400 mila imprese. Di queste quelle con meno di 50 addetti contano:

  •  il 99,3% del totale (il 94,8% sono quella con meno di 10 addetti);
  • il 63,5% della forza lavoro totale (11,1 milioni su 17,4 milioni totali)

Ogni giorno questi imprenditori generano valore, creano posti di lavoro e prendono moltissime decisioni, ponderando rischi e responsabilità.

Con così tante energie e tempo da impiegare nelle loro attività, non è però inusuale che gli aspetti di finanza personale o familiare siano ignorati o passino in secondo piano. A maggior ragione quando le cose vanno bene e circola abbastanza denaro, è molto facile non occuparsi di questi temi…

Ad un certo punto però, se accade qualcosa di imprevisto (come il COVID, tanto per non fare nomi), cosa accade?

I dati Istat che confrontano i bilanci del 2018 con quelli della fine del 2020, ci dicono che oggi un’elevata percentuale di piccoli imprenditori si trova a fronteggiare situazioni economiche “a rischio” o “fragili”** (ben sopra il 70% per le imprese con meno di 10 addetti).

dati istat sulla fragilità delle imprese tra il 2018 e il 2020.

Ovviamente gli imprevisti accadono ed è per questa ragione che sarebbe opportuno pianificare, oltre alle attività finanziarie d’impresa, anche quelle familiari.

Per mettere tutto questo in prospettiva, quando nei prossimi giorni incontrerai il tuo cliente imprenditore, prova a fare con lei/lui questo piccolo esercizio.

Chiedi di disegnare 2 cerchi su un foglio di carta.

La dimensione dei due cerchi deve rispettare una proporzione:

  • quanto tempo spende in media la settimana per la gestione finanziaria dell’impresa;
  • quanto tempo spende in media la settimana per la gestione finanziaria personale o della famiglia.
quanto tempo spende un imprenditore per la finanza d'impresa (tanto) rispetto al tempo della finanza di famiglia (pochissimo)

Se il disegno è simile a quello qui sopra, il risultato renderà tangibile il “gap” esistente e su cui è importante fare delle riflessioni.

Iniziamo con il chiederci: perchè questi 2 cerchi hanno dimensioni così diverse?

Dal punto di vista psicologico è facilmente comprensibile.

L’attività imprenditoriale attrae così tante energie fisiche e mentali che, normalmente, gli imprenditori guardano al tempo passato in famiglia come fonte di relax e di decompressione.

Paradossalmente però, questo atteggiamento li espone di più agli imprevisti della vita, perché:

  • se l’imprevisto riguarda l’attività d’impresa, la mancanza di ordine tra la finanza personale e quella di impresa rischia di drenare in modo disordinato risorse personali e familiari verso l’impresa, mettendo così a rischio il benessere della famiglia;
  • se invece l’imprevisto accade in famiglia, allora è probabile che pur di salvare persone e cose a cui si tiene di più, si è disposti a vendere frettolosamente asset dell’impresa per ottenere liquidità, mettendo però a rischio la tenuta dell’impresa stessa.

In altre parole, in un mondo ideale, i due cerchi dovrebbero avere egual dimensione:

l'ottimo sarebbe avere pari peso di tempo speso tra finanza d'impresa e familiare

Da dove partire per creare un maggior equilibrio?

Innanzitutto gestendo bene il passato!

Come consulenti dobbiamo aiutare il cliente imprenditore a partire da dove è oggi, lasciando da parte quelle che sono state le decisioni prese (o mai prese) in passato.

L’obiettivo deve essere quello di utilizzare il vissuto del cliente (la sua esperienza d’impresa) come una leva positiva per aggiustare le due dimensioni attuali.

Del resto un cliente imprenditore:

  • è abituato a prendere decisioni difficili e che hanno a che fare con il futuro;
  • ha lavorato sui valori che l’impresa vuole e deve esprimere per posizionarsi al meglio sul mercato;
  • ha definito degli obiettivi aziendali da portare avanti;
  • si è interrogato sulla situazione attuale dell’attività d’impresa e del mercato e su come prendere decisioni future, limitando il più possibili le emozioni.

Questi sono tutti aspetti che lo rendono più pronto di altri, a seguire un approccio Goal Based.

Assecondare il CEO Thinking o il mindset imprenditoriale del cliente è, quindi, a mio avviso la prima leva da mettere in campo per provare a colmare il Gap di tempo ed energie che mette in una posizione subalterna la finanza familiare del cliente imprenditore.

Buon lavoro!

*http://dati.istat.it/viewhtml.aspx?il=blank&vh=0000&vf=0&vcq=1100&graph=0&view-metadata=1&lang=it&QueryId=20771&metadata=DICA_ASIAUE1P

**https://www.istat.it/storage/settori-produttivi/2021/Capitolo-3.pdf

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