18 Novembre ore 21. Incontro Medvedev – Sinner.
Il primo set è un lampo: 6-0 per Medvedev!
“Basta. È finita!” pensiamo tutti.
Sinner va a sedersi al suo posto e probabilmente comincia un monologo interiore che avrà suonato più o meno così:
“Jannik. Non pensare a niente! Torna in campo come se fosse il primo punto, prendi la pallina e batti più forte che puoi. Nessun pensiero, nessuno problema!
Quel che è stato, è stato. Calmati e ricordati perché sei qui alle Atp Finals*. Non hai nulla da perdere! Nessun pensiero, nessun problema!!!”
Il tennis è uno di quegli sport in cui il recente passato può influire tantissimo sul futuro immediato della partita. Un buon tennista ha un imperativo categorico:
- azzerare immediatamente i rimpianti per le giocate non positive (ad ogni nuovo punto si riparte senza rimpianti);
- vivere qui e ora (cosa fare adesso per dare il massimo);
- credere che il futuro sia sempre aperto, se non addirittura favorevole.
Il Passato, il Presente e il Futuro si fondono in un unico lunghissimo istante che inizia con la battuta e che poi, punto dopo punto, ci fa stare in apnea sino al momento della battuta successiva, dove di nuovo, si condensano i riferimenti temporali che ci sono familiari.
Hai mai riflettuto su come vivi questi 3 differenti tempi della tua vita?
Lo psicologo Marc Wittmann scrive che l’esperienza di cui siamo coscienti è compresa tra 2 e 3 secondi. Il tempo necessario a Paul McCartney per cantare “Hey Jude”… (siam messi bene!).
Tutto quello che accade prima, appartiene alla memoria e al passato.
Tutto quello che verrà dopo è un’anticipazione del futuro.
È un fatto alquanto strano ma le nostre vite sono vissute attraverso questa piccola finestra in movimento. Una sorta di fotogramma di pellicola cinematografica.
Per capire cosa accade in questi 2/3 secondi, nel 2010, Daniel Gilbert e Matthew Killingsworth** hanno fatto uno studio in cui, tramite una app, chiedevano a dei volontari cosa stessero facendo e/o pensando in momenti casuali della giornata. I ricercatori scoprirono che in circa la metà delle persone coinvolte:
- la mente vagava ricordando il passato o contemplando il futuro;
- i ricordi del passato o le proiezioni future erano mediamente meno favorevoli del vissuto presente. I pensieri sul futuro erano spesso associati a preoccupazioni. Le memorie passate in molti casi riguardavano azioni che avevano prodotto e producevano rimpianti, imbarazzo o vergogna.
Il “viaggio mentale”, nonostante non sia sempre felice per chi lo affronta, è però essenziale per le nostre vite.
Ricordiamo tutti i dialoghi della favola di Esopo tra la Cicala e la Formica, dove la Cicala ammette: “Ero così impegnata a cantare che non avevo tempo di raccogliere cibo per l’inverno”.
Peccato, sarebbe stato più saggio trovare un giusto equilibrio tra vivere il presente e uscire da esso per proiettarsi nel futuro.
Se vogliamo, è quanto i giovani attivisti del Climate Change chiedono a gran voce:
Gli occhi delle generazioni future sono su di voi! Provate a “metter via per l’inverno” e a preservare le risorse del pianeta.
Passato, Presente, Futuro…
Come dovremmo bilanciarli nella nostra mente?
Meghan Sullivan***, psicologa dell’Università di Notre Dame, dice che la più grande sfida davanti a noi è “lavorare per una neutralità temporale!”
Ciò che scrive la Sullivan è qualcosa che i consulenti finanziari conoscono già molto bene:
il più grande pregiudizio nei confronti del tempo è preoccuparsi troppo per qualcosa che potrebbe accadere a breve e troppo poco per qualcosa che potrebbe accadere nel futuro.****
È questo ciò che oggi rappresenta il “Paradosso del Tempo”:
il modo “naturale” di vivere il tempo potrebbe arrivare a portarci a non avere più tempo o a vivere male il nostro tempo futuro.
Questo rischio paradossale può colpirci sia a livello personale (o familiare) che a livello globale. Perchè, potrà sembrare ovvio, ma
non si fanno affari su un pianeta morto!
Il Goal Based Investing punta decisamente verso una combinazione ideale tra le tre diverse prospettive temporali.
Come puoi quindi aiutare il tuo cliente in ottica Goal Based, perché non cada in questa trappola del Paradosso del Tempo?*****
- Aiuta il tuo cliente a mantenere un atteggiamento positivo rispetto al passato. Il rapporto con i ricordi deve essere equilibrato. Le esperienze negative passate devono essere bilanciate da associazioni positive, in modo da fissare le basi per una visione favorevole del futuro e ridurre l’atteggiamento fatalista;
- favorisci in maniera selettiva la prospettiva presente. Il cliente deve sentirsi protetto e/o sentirsi “vivo” (“provare il brivido”). È importante che lo faccia, in modo da non precludersi il futuro;
- accompagna il cliente nel futuro più lontano. Tenere d’occhio il futuro non immediato, può dare speranza e può aiutare a ridimensionare le paure che incatenano i clienti all’interno della zona di comfort.
Il termine paradosso ha la sua radice nella parola greca “parà” (contro) “dòxa” (opinione), ovvero una verità contraria all’opinione comune.
Ecco, quello sui cui oggi ti chiedo di riflettere.
Cosa ognuno di noi può e deve fare perchè i paradossi di oggi non diventino i rimpianti di domani?
* L’ATP Finals è il torneo in cui si scontrano gli 8 giocatori più forti al mondo.
**https://wjh-www.harvard.edu/~dtg/KILLINGSWORTH%20&%20GILBERT%20(2010).pdf
***Psicologa dell’Università Notre Dame, ”Time Biases: A Theory of Rational Planning and Personal Persistence” Oxford 2018
****Non è un caso, ovviamente, che si abbia questo “pregiudizio temporale” nei confronti del dolore. È stata l’evoluzione a consolidarlo nella nostra mente. Avere una particolare attenzione al dolore nel presente o nel futuro prossimo, rispetto ad esempio ai dolori del passato o di un futuro più remoto, ci ha permesso di sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri. Peccato che oggi questo non basta più.
***** Riflessione tratta da “The Time Paradox” di Philip Zimbardo