La mamma tacchina è molto attenta e protettiva. Passa gran parte del tempo ad accudire, pulire e raccogliere sotto di sé i piccoli. C’è da dire, però, che il metodo che utilizza è un po’ strano. Il suo senso materno si attiva quasi esclusivamente dal “cip-cip” dei piccoli.
L’odore, l’aspetto o le qualità tattili sembrano avere, in questo caso, un ruolo secondario. Se il piccolo fa “cip-cip” la madre si prende cura di lui, altrimenti lo ignora e in qualche caso può persino aggredirlo.
Quest’atteggiamento è molto conosciuto in psicologia ed è stato documentato negli anni ’70 del secolo scorso da M.W. Fox*. Il dott. Fox descrisse un esperimento con protagonisti una mamma tacchina e una puzzola impagliata.
Per una mamma tacchina, la puzzola è il nemico naturale. Già solo avvicinando (con un filo) il mammifero nemico, la tacchina partiva all’attacco a spron battuto!
Il fatto bizzarro è che inserendo dentro la puzzola finta un registratore che emetteva il “cip-cip” dei piccoli, la madre non solo cominciava ad accettare il peloso quadrupede, ma lo prendeva sotto l’ala proteggendolo. Una volta spento il registratore, il comportamento del volatile tornava come da manuale: all’attacco della puzzola!
A me questa scena ricorda il violino suonato da Frau Bluecher per calmare Frankestein, nel film “Frankestein junior”! 😉
Tornando alla nostra tacchina sbadata, so che stai pensando: “Certo che questa tacchina è un po’ confusa!”.
Però, prima di sorridere della facilità con cui la tacchina si lascia ingannare da certi segnali che la fanno reagire in maniera così inadeguata rispetto alla realtà, ricordiamoci che anche noi umani abbiamo i nostri programmi preconfezionati. E, nonostante che questi meccanismi nascano per giocare a nostro vantaggio, a volte il trigger point che aziona tutto il processo, può essere usato per fuorviarci e per generare dei comportamenti non sempre opportuni.
A cosa mi riferisco?
Pensiamo ai tantissimi miliardi di dollari investiti nella tecnologia degli assistenti vocali (Alexa, Siri, …).
Perché è così importante sviluppare questa tecnologia?
Perché è un po’ come il “cip cip” della mamma tacchina: la voce è uno strumento importante per creare fiducia.
Normalmente si parla umani con umani. Giusto?
Un recente studio sull’argomento** conferma infatti che la voce conferisce una sorta di “struttura sociale” all’interazione con la macchina. Per esempio, parlando con Alexa ci riferiamo allo scatolotto dandole del “lei” (è una donna), apostrofandola con aggettivi “umani” (è simpatica, è sorda, è precisa…) o richiamandola per i suoi errori. In breve, senza accorgercene ricreiamo una tipica relazione uomo – uomo.
Ecco perché la ricerca e gli investimenti in questo settore non conoscono sosta. L’obiettivo è:
- rendere la voce e i dialoghi più vicini possibili a quelli umani;
- far scattare una sorta di “cip cip”;
- e far nascere relazioni sempre più amichevoli.
L’evoluzione del processo di umanizzazione della tecnologia crea un certo timore tra i consulenti, ma lo scenario molto incerto di questo periodo, conferma quanto invece le relazioni umane siano centrali in consulenza.
+ Incertezza -> + Umanità
Per gli appassionati all’argomento ho ottime notizie!
Un recentissimo studio di Vanguard*** riporta qualcosa che, negli ultimi anni, tutti i consulenti avrebbero voluto vedere scritto nero su bianco.
La ricerca interroga più di 1.500 investitori che utilizzano:
- una human-advice, ovvero una consulenza operata da un consulente in carne e ossa;
- un sistema puro di robo o digital-advice.
L’88% di chi oggi utilizza un robo o una digital-advice vorrebbe in futuro passare ad un sistema di consulenza centrato sulla relazione umana.
Wow!!!
La ragione di questo plebiscito?
La percezione del valore che la human-advice ha rispetto a quella digitale.
Lo studio definisce 3 grandi ambiti di valore:
Gli investitori dovevano stimare il valore aggiunto della human-advice, cioè il contributo di performance annuale sul patrimonio nel caso in cui gli investitori lo gestissero con un consulente e non da soli.
Il risultato non lascia dubbi. Il maggior valore risiede sul modello human-advice:
- gli investitori, che operano già tramite un consulente, stimano che il maggior valore apportato dalla human-advice sia pari a circa il 5% all’anno;
- gli investitori, che operano tramite una piattaforma digitale, stimano invece che il maggior valore apportato passando alla human-advice, sia pari al 3% all’anno.
Questa è una ottima notizia!
Perché il campione di investitori operanti tramite la digital-advice è molto più giovane di quello della human-advice e, nonostante essi siano più avvezzi alla tecnologia, stimano comunque un bisogno futuro di un consulente in carne e ossa.
Infine, i ricercatori di Vanguard indagano quali siano gli elementi di valore dei due differenti modelli di consulenza percepiti dal campione nel suo complesso.
Anche in questo caso i dati confermano una percezione diffusa:
- gli investitori preferiscono che il “Financial Value” e l’ “Emotional Value” sia apportato da un/una consulente in carne e ossa
- mentre assegnano alla piattaforma digitale il compito di gestire il portafoglio in modo efficiente (anche fiscalmente) e con un elevato grado di automazione e diversificazione
In sintesi, la novità di questo studio è che a qualsiasi livello di età, di ricchezza e tipologia di modello di consulenza, gli investitori concordano su 2 aspetti:
- i consulenti in carne e ossa dovrebbero prendere in considerazione l’automazione per esternalizzare la costruzione dei portafogli (diversificazione, ottimizzazione fiscale, …) e le relative attività funzionali (apertura dei conti, monitoraggio, ribilanciamento, …);
- una volta data l’impostazione “tecnologica” agli aspetti tecnici, i consulenti “umani” dovrebbero sempre più concentrarsi nella relazione con gli investitori per fornire loro tranquillità emotiva e accompagnarli verso il raggiungimento degli obiettivi di vita.
Come te anch’io sono molto contento dei risultati di questo studio perché oltre alla insostituibilità del tuo lavoro l’importanza del metodo è centrale. Aggiungerei, non di un metodo qualsiasi, ma proprio del Goal Based Investing Approach.
Avanti tutta quindi!
*”Concepts in ethology: animal and human behavior” M. W. Fox. 1974
**”To Trust or Not to Trust My AI Based Voice Assistant: Dealing with Consumer Uncertainties: An Abstract”, Petard & Marriott aprile 2022
***https://advisors.vanguard.com/insights/article/roboorhumanadviceinvestorswantbothinone