Inflazione: il patrimonio si trasforma sotto i nostri occhi

È uno dei giochi che amo maggiormente fare sotto l’ombrellone, perché mi permette di mettere alla prova la capacità di concentrarmi sui dettagli.

“Trova le differenze”

Lo conosci vero?

Ti metto alla prova, allora. Vediamo se riesci a trovare la differenza in 5 secondi …

trova la differenza 1

Adesso prova con questa. In media ci vuole qualche secondo in più!

trova la differenza 2

Ci sei riuscito? 🙂

Se non hai trovato la differenza, puoi trovare la soluzione nelle note*.

Quello che ti ho appena chiesto è di scansionare ogni dettaglio dell’immagine, di elaborarlo e di confrontarlo con quello dell’immagine vicina.

Che si tratti di un disegno o della nostra vita reale, di solito pensiamo di vedere chiaramente la scena nel suo insieme in un colpo d’occhio, ma in realtà non siamo in grado di prestare attenzione a tutti gli elementi contemporaneamente.

Il risultato qual è?

Riuscire a cogliere le differenze (e i cambiamenti) nelle nostre vite è davvero difficile. Di conseguenza, le reazioni alle variazioni, avvengono sempre in modo rallentato e spesso tardivo.

Come mai siamo così lenti a reagire?

Questo accade perché il segnale prodotto dal cambiamento, nella maggior parte dei casi, non cattura automaticamente la nostra attenzione e lo notiamo con difficoltà, o non lo notiamo affatto.

Reagire prontamente ai cambiamenti è spesso un tema di attenzione!

La domanda che oggi pongo è: gli italiani riusciranno a rispondere prontamente a questo cambiamento?

Il grafico qui sotto mostra l’andamento dell’inflazione italiana dal 2013 al 2021 (il dato 2021 è parziale**):

andamento inflazione italiana dal 2013 al 2021

È evidente che il 2021 ha registrato una impennata dei prezzi dei beni di consumo pari a quella registrata negli 8 anni precedenti (2013-2020):

inflazione cumulata 2013 - 2020 comparata al solo 2021

A maggiore ragione in questo caso, il conto da pagare per una reazione da bradipo potrebbe essere molto caro, se il ritmo inflativo rimanesse così elevato nei prossimi mesi.

1 anno come 8 anni è un bel cambiamento di marcia!

Non voglio addentrarmi in previsioni sul futuro andamento dei prezzi, voglio però farti riflettere sul fatto che l’inflazione non sempre è un male. A volte, anzi, se questo fenomeno viene compreso e gestito, potrebbe rivelarsi un’opportunità.

In ogni famiglia l’assetto patrimoniale e il tipo di attività lavorativa svolta, ovvero il mix di questi due aspetti, sono i fattori che possono fare la differenza.

In sintesi:

  • chi ha redditi e in generale entrate familiari che non si adeguano rapidamente alla crescita dei prezzi perde valore (pensionati, dipendenti, …). Le uscite crescono più delle entrate e questo potrebbe impattare anche sulla capacità futura di accantonare nuovo risparmio. Chi ha, invece, entrate che si adeguano ai prezzi, ad esempio alcuni imprenditori, potrebbe ottenerne un beneficio;
  • chi ha risparmi in conto corrente perde valore. La crescita dell’inflazione accelera la perdita di valore del denaro in conto. Il denaro è una merce deperibile come tante altre!! L’aumento dei prezzi è un po’ come l’aumento della temperatura: fa deperire prima la merce!
  • chi ha investimenti in titoli e fondi potrebbe accrescere il valore del proprio patrimonio. L’accortezza è dare spazio nei portafogli a strumenti che prendono profitto dalla crescita dei prezzi (materie prime, strumenti inflation-linked, real assets e azioni) piuttosto che strumenti che la subiscono (titoli di stato e/o obbligazioni a tasso fisso);
  • infine chi ha immobili, altre attività reali e debiti, potrebbe accrescere il valore del proprio patrimonio, perchè l’aumento dei prezzi ha una tendenza generale a:
    • spingere in alto anche il prezzo delle abitazioni;
    • spingere in alto anche il prezzo di beni da collezione o preziosi;
    • ridurre il valore nominale dei debiti contratti.
impatto dell'inflazione sul patrimonio attuale o futuro: risparmi in conto, attività mobiliari e immobiliari e debiti.

In questa tabella abbiamo di fronte i principali pezzi del puzzle ed è evidente che chi lavora in ottica patrimoniale, si trovi nelle condizioni di poter consigliare al meglio e in maniera più efficace sul da farsi qualora l’andamento dell’inflazione si mantenesse persistente nel tempo.

Però, tra tutte le colonne che formano il patrimonio, qual è la più fragile? Il denaro in conto corrente delle famiglie e delle imprese. È la componente che non ha scampo.

Chi per motivi precauzionali mantiene per anni giacenze di conto eccessivamente elevate, con valori dell’inflazione sensibilmente più alti di quelli visti nel decennio 2010 – 2020 (pari in media a circa l’1%), renderà meno favorevole (o molto negativo) l’impatto della crescita dei prezzi sulla ricchezza complessiva della famiglia:

Facciamo due conti.

Inflazione all’1% all’anno (più o meno la media 2010-2020)

impatto dell'inflazione all'1% sul conto corrente

Inflazione al 2% all’anno

impatto sul conto corrente dell'inflazione al 2%

Inflazione al 3% all’anno

inflazione al 3%. impatto sul conto corrente

Il tuo cliente a questo punto ha di fronte una scelta alla Mike Bongiorno: quale busta vuole? La 1, la 2 o la 3?

Ovviamente non sono buste con premi e non c’è da stare allegri, ma se riesci a far visualizzare per tempo questo fenomeno ai tuoi clienti puoi rendere l’impatto negativo sul patrimonio più lieve nel suo complesso.

* Guarda i nasi delle zucche.

** I dati Istat disponibili si riferiscono all’indice dei prezzi FOI – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. I dati includono il mese di Dicembre 2021. https://rivaluta.istat.it:8443/Rivaluta/#

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