Togliamo il mantello dell’invisibilità all’inflazione

Mi è capitato molte volte di parlare di finanza a persone che non ne sapevano molto e quasi sempre, dopo le prime parole, ho avuto la sensazione di averli persi.

I concetti finanziari, data la loro natura astratta, sono difficili da digerire. Ed è proprio questo punto di partenza così ostico, che mette spesso le persone sulla difensiva.

Il timore di essere raggirati da chi mastica una materia così delicata, rende spesso lo scambio di battute estremamente spinoso. Ciononostante, tutti hanno ben chiaro quanto la finanza (personale o aziendale) sia importante per il benessere della persona, della famiglia e/o dell’impresa.

A mio avviso l’elemento più difficile da superare è la Paura. Paura di avere delle sorprese, che, a distanza di anni, possano rivelarsi irrecuperabili.

È per questo che la finanza personale è vista ancora oggi come un “trust game” ovvero un gioco di fiducia. Questo spiega anche la tendenza ad affidarsi passivamente a forme finanziarie tradizionali o a istituzioni antiche, basandosi spesso su apparenze esteriori. Tipica la frase: fanno anche la pubblicità in tv! L’ho visto su internet (per i più moderni).

Qualunque sia il motivo: convenzione, tradizione o reticenza verso l’innovazione, è innegabile che la contrapposizione tra concetti finanziari astratti e realtà tangibile porta spesso a dover gestire aspettative e comportamenti dissonanti.

A cosa mi riferisco? Ti faccio un esempio.

Partiamo dalla parola: denaro.

Cosa richiama nella vostra mente questa parola?

A me una bella banconota da 50 euro!

A molti di voi tutto ciò sembrerà normale, ma questa immagine a colori, in realtà ci espone ad un paradossale inganno.

Già nel 1877 Simon Newcomb* aveva svelato questo tranello, mostrando che le persone tendono a misurare la loro ricchezza in termini di unità monetarie (ad es. $), anche quando il potere di acquisto di queste monete oscilla in modo considerevole, e scriveva:

“Anche quando si ha conoscenza dei fatti [dei prezzi in crescita], l’idea che la variazione dei prezzi colpisca il valore dei beni misurati e non quello del dollaro è così naturale che è necessario un lungo e duro esercizio di disciplina mentale per sbarazzarsene”.

Tutt’oggi niente è cambiato. Vediamo i prezzi ballare la loro danza sui beni, ma non associamo mai questo stesso balletto alla banconota da 50 euro. Essa rimane sempre uguale a se stessa.

L’illusione nasce proprio qui. La banconota è uguale a prima, quindi non perde il suo valore. Per questo pensiamo possa essere conservata su un conto o in casa senza alterare il valore nel tempo.

Caro Simon, nonostante che l’esercizio mentale duri da più di 140 anni … ti confermo che siamo fermi ancora al 1877!

A chiarimento di quanto accade, oggi la psicologia ha aggiunto un tassello: nella nostra testa “scambiamo le parole per cose”, o nella fattispecie, il denaro per banconote fisiche.

Voltiamoci indietro a guardare cosa è successo meno di 100 anni fa in Germania (1923). Periodi di inflazione molto alti hanno spazzato via il valore delle obbligazioni nominali in cui le persone avevano investito i risparmi di una vita, eppure molti non hanno mai imparato o al massimo hanno imparato la lezione per non più di una generazione. Oggi l’avversione inflativa dei nonni è quasi scomparsa nei giovani tedeschi.

Se guardiamo le dimensioni delle emissioni delle obbligazioni di stato italiane indicizzate all’inflazione** (in verde) rispetto a quelle nominali (in blu), mi sa che anche gli italiani abbiano una memoria corta circa i prezzi allegri degli anni ’70.

Questo ci dice una cosa molto importante: l’educazione finanziaria non sarà mai solo una sfida tecnica, ma si giocherà molto nel riformulare concetti familiari.

Robert Shiller***, uno dei pionieri dell’approccio psicologico all’economia, suggerisce di ideare misure economiche che si leghino a parole nuove per parlare di concetti fondamentali, in modo da slegarli dal contesto del mondo “conosciuto”.

Sul tema dell’inflazione ad esempio già nell’antica Roma esisteva il “Denarius Communis” (un’unità di conto che non era rappresentata da nessuna moneta fisica) che aveva un tasso di cambio con il “Denaro Argenteus”, utilizzato come moneta negli scambi. I salari e i prezzi erano definiti con il “Denarius Communis”, il cui valore reale poteva essere aggiustato nel tempo dall’imperatore.

Oggi in Cile**** è tutt’ora in corso un esperimento simile. Dal 1967 questo paese si è dotato di una “unidad de fomento” (Uf), unità di conto non monetaria indicizzata all’inflazione, per dare concretezza alla percezione del fenomeno e per gestirlo al meglio.

In Cile i contratti e i prezzi quotati non sono espressi in pesos, ma in “Uf” secondo un tasso di cambio tra pesos e Uf che viene aggiornato quotidianamente.

Immaginatevi adesso qualcosa di simile in Italia. Magari utilizzando un nome (una parola) che esprima chiaramente il concetto che vogliamo promuovere.

A questo punto l’inflazione potrebbe perdere il mantello dell’invisibilità, perchè verrebbe meno quel cortocircuito “parola = cosa” che, a tradimento, trasporta la nostra esperienza reale su un concetto astratto invece molto diverso.

In attesa che il Governo italiano ci pensi, io ho pensato in questo articolo di introdurre il mio “Euro Reale” vs Euro. Una sorta di moneta alternativa che esprima, in forma di tasso di cambio, il valore reale a 5 e 10 anni dei nostri Euro che usiamo ogni giorno e/o che teniamo sui conti correnti.

L’andamento dei tassi di cambio qui sotto risponde alla domanda:

“qual è stata la variazione di 1 Euro Reale vs Euro

(a 5 e 10 anni) dal lancio dell’euro ad oggi?”

Euro Reale vs Euro (tasso di cambio rolling 5 anni dall’introduzione dell’Euro)

Euro Reale vs Euro (tasso di cambio rolling 10 anni dall’introduzione dell’Euro)

Come posso utilizzare questi tassi di cambio?

Basta moltiplicare l’ammontare di denaro che ho raccolto negli anni, e che tengo da parte, per l’ultimo tasso di cambio disponibile (feb 2022):

  • 0,928 se voglio capire quale è oggi il valore reale del mio denaro accumulato negli ultimi 5 anni;
  • oppure 0,904 per il denaro accumulato negli ultimi 10 anni.

Semplice!

In questo modo avrete sempre a disposizione un Euro Reale di cui parlare con i vostri clienti!

* “The A B C of Finance: Or, the Money and Labor Questions Familiarly Explained to Common People, in Short and Easy Lessons”

https://quod.lib.umich.edu/cgi/t/text/text-idx?c=moa;idno=AAM8789

** Quaderno di Economia e Finanza n. 578, settembre 2020 Banca d’Italia

*** “Finanza e società giusta”, 2012 il Mulino.

**** https://valoruf.cl

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