Il parco cittadino più antico degli Stati Uniti è il Common Park di Boston.
Prima che diventasse un luogo di passeggio per i bostoniani, nel 1600 questo ampio appezzamento di terra era un luogo dove gli allevatori locali portavano il bestiame al pascolo.
Il parco si chiama “Common” perché in inglese la parola Commons indica un appezzamento di terra di proprietà collettiva dove poter portare il bestiame al pascolo.
Questo prezioso “bene comune” però non durò a lungo.
Ogni allevatore di Boston vi conduceva il proprio bestiame al pascolo. Era conveniente perché non c’era un limite massimo di capi per mandria, perciò ogni allevatore decise “liberamente” e in maniera costante di aumentare di un capo la propria mandria. Il vantaggio individuale era +1, mentre la diminuzione del bene comune “erba” era soltanto una “frazione” di –1.
In breve, il grado di “usura” del pascolo, sarebbe stato ripartito tra tutti gli altri allevatori a prescindere dal numero dei capi di bestiame posseduti.
Beneficio individuale di un uso più intensivo del bene comune > Costo individuale
Tale vantaggio individuale rispetto al costo individuale sarebbe sempre restato valido, fino all’ultimo metro quadro libero di erba disponibile (poiché anche 0.00002 è maggiore di 0.00001!).
Purtroppo però, questo ragionamento portò inevitabilmente alla distruzione del pascolo stesso.
La massima “Res publica, res nullius” sta ad indicare che da sempre, nel pensiero umano la condivisione di beni comuni è sottoposta alla razzia da parte degli interessi individuali e ad un precario equilibrio sulla sostenibilità del bene.
Pensiamo ad esempio:
- All’ambiente. Sappiamo bene che quello che viviamo oggi è una tragedia del bene comune ambiente, sfruttato eccessivamente per interessi privati;
- Alla posta elettronica. Ogni messaggio aggiuntivo di spam che riceviamo nelle nostre mail, con il rischio di frode annesso, degrada contestualmente l’intero sistema di posta elettronica globale;
- Alla salute pubblica. Il COVID-19 circolerà fino a quando delle persone non vaccinate fungeranno da organismo ospite e ponte verso altri. Per questa ragione per preservare la salute pubblica e la libertà di tutti, occorre che il più alto numero di persone si vaccini.
Come si risolvono problemi collettivi di questo tipo?
Bisogna rompere la diade:
pochi guadagnano vs molti pagano!
Per vedere questo effetto di inversione di rotta, bisogna che chi con il proprio comportamento individuale produce un effetto negativo sulla collettività compensi in qualche modo per il danno creato.
Le scelte del Governo Draghi sull’istituzione del Green Pass obbligatorio per alcune attività vanno proprio in questa direzione:
far pagare ai non vaccinati una parte degli effetti collaterali negativi sulla società derivanti dalla scelta di non vaccinarsi.
Sia chiaro. Il meccanismo innescato dal Governo non è finalizzato ad un pagamento puro e semplice (chi non si vaccina è escluso dal fare alcune cose). Io credo invece che abbia lo scopo di creare un conflitto emozionale nelle persone che hanno paura di vaccinarsi.
Un conflitto emozionale tra un valore universale positivo come la Libertà e l’emozione della Paura.
Da tale conflitto il Governo si aspetta che la Libertà prevalga sulla Paura e che sempre più persone vincano la ritrosia a vaccinarsi*.
Ma come dovrebbe funzionare?
La Libertà di agire o relazionarsi con gli altri è un valore intrinsecamente importante e auspicabile per tutti noi.
Vincolarne il pieno esercizio al rilascio del Green Pass, obbliga le persone a creare una gerarchia di emozioni tra:
- da una parte la gioia di vivere momenti di amicizia e convivialità o la possibilità di fruire di alcuni spazi e contenuti;
- dall’altra la paura degli effetti collaterali negativi del vaccino.
Essere obbligati a fare una gerarchia, un bilancio tra le diverse emozioni ha l’effetto di spingere le persone ad ampliare il loro punto di vista.
Nel caso citato, aiutare le persone a guardare il mondo con uno sguardo al NOI e non solo all’IO è il vero scopo.
Questo meccanismo mentale non è molto lontano da quello utilizzato nella pianificazione del patrimonio basato sugli obiettivi di vita.
Far emergere i principi e le emozioni positive per cui vale la pena rischiare, per i quali non si è disposti a negoziare, come:
- La Libertà
- La Sicurezza
- Il Dono
rappresenta il punto d’appoggio su cui fare leva per costruire una gerarchia di emozioni insieme al cliente. Non sarà allora difficile scoprire che le emozioni legate ai Valori spingono ad agire in modo da usare al meglio il patrimonio.
Discernere tra queste emozioni attraverso un processo ha l’indubbio vantaggio di aiutare il cliente a comprendere che non tutto ciò che sente è valido per il solo e semplice fatto che provenga da un proprio stato d’animo.
Esiste una gerarchia tra emozioni e pensieri.
Un po’ come le leggi devono sottostare ad una gerarchia delle Fonti (la Costituzione vale più delle singole leggi dello Stato), nel Goal Based Investing le emozioni legate ai Valori personali dei clienti devono mantenere un primato sulle altre.
Solo facendo così favoriremo comportamenti coerenti tra ciò a cui si dà valore e ciò che si sceglie di fare, a tutto vantaggio del benessere dei nostri clienti!
Approfitto di questo articolo per informarvi che per il mese di Agosto sospenderò la pubblicazione degli articoli.
Resteremo in contatto comunque!
Auguro a tutti voi delle ottime vacanze estive e spero di rivedervi tutti carichi e rigenerati in Settembre!
* I primi dati sono sicuramente incoraggianti.
https://www.adnkronos.com/effetto-green-pass-e-corsa-ai-vaccini_I2yN2WuwsumiKxmfTYun5