PIC o PAC. Cosa vuol dire scegliere?

TAAC … “Fatto!”. Renato Pozzetto in “Ragazzo di Campagna”.

Il TAAC di Pozzetto ci ricorda un’azione che risolve velocemente un problema.

Per gli andamenti altalenanti dei mercati finanziari degli ultimi anni e per l’incertezza del futuro, la tendenza da parte dell’industria dei prodotti di investimento (pensiamo ai prodotti step-in) e dei consulenti nella gestione dei portafogli dei clienti, si è diretta verso il PAC. 

A conferma di ciò, non vi sarà sfuggito come a distanza di soli 12 mesi la propensione al rischio e i flussi di denaro sulle asset class a maggior rischio siano notevolmente differenti (i flussi settimanali positivi sulle azioni sono ai massimi da 20 anni):

andamento flussi settimanali di azioni a livello mondiale

Anche in queste fasi il PAC generalmente viene scelto per:

  • aiutare i risparmiatori ad investire e partecipare alla crescita dei mercati finanziari;
  • diversificare sempre la gestione del portafoglio, non solo dal punto di vista spaziale (classi di attivo all’interno del portafoglio), ma anche temporale (tempi di entrata sulle diverse classi di attivo).

Quindi: PAAC ! … abbiamo risolto il problema!

Eppure, la risposta non è così scontata.

Come rispondere alla domanda:

“è meglio un investimento PIC (unica soluzione) o PAC (dilazionato nel tempo)?”

La letteratura non ha fornito una risposta univoca. Clienti e consulenti sono schierati su 2 fazioni che si contrappongono da anni. Entrambe le parti sventolano argomenti e dati a sostegno della validità e solidità dei loro giudizi.

Posizione A.

“Se guardi al rendimento nel medio e lungo termine, noterai che il PIC è meglio del PAC.”

Michael Kitces*, in un suo articolo di qualche anno fa scriveva: “Una strategia di investimento PAC (Dollar Cost Average) non produce rendimenti superiori al PIC (Lump Sum) in mercati finanziari volatili che hanno, però, identici rendimenti % al rialzo e al ribasso.

lump sum investment versus dollar cost average

I PAC per fare meglio hanno bisogno che i rimbalzi dei mercati siano in percentuale superiore ai ribassi.

dollar cost averaging results based on dollars versus percentages

Visto che in media, i mercati salgono più spesso di quanto scendono, è più probabile che la scelta del PIC con il passare del tempo sia più vantaggiosa (più lungo è il periodo di tempo, maggiore è la probabilità che la differenza di rendimento a favore del PIC si ampli).

Posizione Z.

“Se guardi al rischio e alla behavioural finance, è il PAC la via de seguire.”

Un interessante studio di Raffaele Zenti**, di qualche anno fa, sintetizza ad esempio come un PAC di durata decennale può ridurre del 50% la probabilità di ottenere performance negative rispetto all’uso della strategia PIC:

10 anni di PIC e PAC in azioni mondiali. Quali sono i risultati?

Dato che le perdite pesano in termini emozionali 2/2,5 volte di più dei guadagni di eguale ammontare, allora il PAC fornirebbe all’investitore una migliore performance aggiustata per “le emozioni”.

Insomma a seconda del tempo dell’investimento e dell’angolazione con cui approcciare il problema rendimento o rischio, è possibile trarre conclusioni differenti.

Se invece, indossiamo le lenti del Goal Based Investing, questa contrapposizione perde in un attimo il suo significato.

Facciamo un esempio.

Giovanni è un famoso cardio chirurgo pugliese che lavora a Milano.

È proprietario, insieme a due fratelli, di una casa di famiglia in provincia di Lecce. Insieme vorrebbero ristrutturare l’immobile per avere un punto di ritrovo in estate.

È un sogno, non hanno fretta. Giovanni ha iniziato ad accumulare del denaro sul conto corrente. Visto che il denaro accumulato ha superato i 50 mila euro vorrebbe gestire la somma in modo più efficace.

L’obiettivo è quello di arrivare a 100.000 in 5 anni, mettendo da parte 700 euro al mese. 

Bene!

Ecco che entrano in gioco 2 vecchie conoscenze. Chi mi segue le avrà riconosciute di certo…

  1. Il capitale iniziale (50.000 euro) e
  2. Il flusso mensile (700 euro)

sono 2 dei “fantastici” 4*** che ci aiutano a pianificare l’investimento e che ci permettono di capire se il progetto è sostenibile:

  • Capitale iniziale: 50.000 euro
  • Capitale finale: 100.000 euro
  • Flusso mensile: 700 euro
  • Tempo: 5 anni
  • Rendimento obiettivo: 2,2%

Il portafoglio “obiettivo” che ne consegue sarà, quindi, la sintesi delle strategie PIC e PAC, senza che esse siano necessariamente in contrapposizione, come richiesto dalla maggior parte degli obiettivi.

In altre parole:

Il problema più grande nell’investimento non è dove investire o come investire, ma continuare a investire nel bene e nel male per il raggiungimento degli obiettivi di vita.

Le persone investono ad intervalli irregolari e spesso smettono di investire quando i mercati flettono.

Sono gli obiettivi di vita che forniscono:

  • solidità psicologica;
  • priorità;
  • e dimensione alle strategie di investimento utili all’ottenimento dell’obiettivo!

TAAAAC! 🙂

* https://www.kitces.com/blog/dollar-cost-averaging-versus-lump-sum-how-dca-investing-can-manage-risk-but-on-average-reduces-returns/

** “Come investire: Dai bisogni individuali alle soluzioni d’investimento”, Raffaele Zenti 2016 https://www.amazon.it/Come-investire-individuali-soluzioni-dinvestimento-ebook/dp/B01BFWMCL6

*** Articolo dal titolo: “Soluzioni di investimento Goal Based”. https://goalbasedinvesting.it/soluzioni-di-investimento-goal-based/

Articoli che ti consiglio: