Previdenza: la lezione di pesca con la mosca

Non avevo ancora 18 anni, quando un giorno mio nonno mi disse: “Luciano preparati! Domani parteciperemo ad una dimostrazione di pesca con la mosca.”

Era uno sport che non avevo mai praticato ed ero molto incuriosito.

Di buon mattino andammo ad un torrente. Ricordo ancora il verde e la frescura dell’acqua, nonostante le temperature torride della mia Sicilia.

L’istruttore predispose la mia canna e mi spiegò la tecnica.

Ormai pronto a lanciare la lenza, mi colpirono le parole di Fabio, il pescatore alla mia destra.

Fabio chiese all’istruttore: “Salvo! Dammi per favore una canna con una mosca senza amo”.

Le ore successive si avvicendarono lentamente: tutti eravamo concentrati a catturare qualcosa. Ogni mio gesto desiderava, anzi, implorava un qualsiasi pesce che abboccasse all’amo.

Fabio, invece, era concentrato sul gesto, sulla danza del lancio della lenza.

Certo, ad un certo punto, dilettante o professionista, bisogna portare a casa il pesce, ovvero il risultato. E io con l’impazienza della giovinezza, cominciavo a scalpitare. Fabio al contrario, continuava a concentrarsi su questo ritmo ipnotico, sicuro che questo avrebbe prodotto poi dei risultati migliori.

Ecco. Il ricordo dell’impazienza giovanile (puntare tutto e solo sull’inganno della esca-mosca per fare abboccare subito il pesce), mi riporta alla mente anche ciò che è stato fatto, negli ultimi decenni, per spingere gli italiani a costruirsi una pensione di scorta.

A cosa mi riferisco? Ti propongo un semplice esercizio.

Costruiamo insieme l’identikit di Italo*. Italo rappresenta l’insieme degli italiani che a fine 2020 avevano attivato una qualche forma di previdenza complementare, come se fossero una sola persona.

Italo:

  • ha 46,8 anni (il 61% degli aderenti ha un’età superiore ai 45 anni);
  • ha 23.420 euro di capitale accumulato per la previdenza integrativa;
  • versa circa 2.000 euro all’anno per alimentare la sua integrazione pensionistica;
  • dal 2011 al settembre 2021 ha visto rivalutare capitale e versamenti mediamente del 3,7%**.

Bene. Cerchiamo di capire a cosa sta puntando Italo per integrare la sua pensione e vivere serenamente la sua seconda giovinezza!

Facciamo alcune ipotesi volutamente non pessimistiche:

  1. Italo probabilmente andrà in pensione all’età di 67 anni. Quindi avrà ancora 20 anni per accumulare del capitale;
  2. Le forme di previdenza integrativa (e quindi i mercati finanziari sottostanti) faranno quanto fatto nel passato. Questo vuol dire che mediamente capitale e versamenti continueranno a rivalutarsi al 3,7% all’anno;
  3. L’inflazione media nei prossimi 20 anni sarà in target con l’obiettivo della BCE, quindi circa il 2%.

Sai quale sarebbe il capitale accumulato da Italo alla fine del periodo?

Circa 120.000 euro:

ovvero una rendita di

500 euro al mese***

Possiamo dire senza ombra di smentita che, continuando in questa direzione, Italo finirà su un binario morto! 🙁

In breve, Italo ha pensato alla sua previdenza integrativa un po’ come molti fanno quando si esercitano nella pesca con la mosca: troppo sbilanciata sulla mosca (l’incentivo), e meno sul problema di fondo (dove si deve andare a parare!).

Questa affermazione appare ancora più evidente se guardiamo al totale degli iscritti, per classi di investimento****:

Circa il 90% degli iscritti versa un ammontare annuo che è nel range tra 0 e 5.165 euro (quest’ultimo, non a caso, rappresenta il massimo ammontare concesso per la deducibilità fiscale).

Insomma, pochi, maledetti e fiscalmente deducibili!

Purtroppo gli incentivi spesso vivono una contraddizione:

  • ti mettono in cammino verso una direzione, che nel caso trattato è sicuramente giusta;
  • ma ti fanno perdere di vista l’obiettivo generale. Sei troppo concentrato a non superare il limite che ti avvantaggia.

Questo articolo serve anche a questo. Ricordati di non perdere mai di vista l’intero!

Proprio perchè le buone idee devono sempre essere supportate da un altrettanto buon processo di comunicazione (vedi: “I Have a Dream” di M. L. King, o “Whatever it takes” di Mario Draghi), il mio impegno nelle prossime settimane è di fornirti ulteriori strumenti di comunicazione su quest’argomento e in generale sul Goal Based Investing.

Dove? Come accaduto in altre occasioni in passato, in partnership con gli amici di Allianz Global Investors:

Vi aspetto quindi per potere discutere, finalmente vis-à-vis, di quello che bolle in pentola.

A presto!   

* Italo e non Itala perchè circa 2/3 degli iscritti sono uomini (61,7% per la precisione) e 1/3 donne (38,3%). Fonte Covip, “Relazione per l’Anno 2020 – Tavole”:

– Genere: Tavola a7

– Età: Tavola a7

– Capitale medio pro-capite: Tavola 2.18

– Versamento medio annuale sul totale degli iscritti (anche quelli che non effettuano versamenti): Tavola 2.8

https://www.covip.it/la-covip-e-la-sua-attivita/pubblicazioni-statistiche/relazioni-annuali

** https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/ilpunto/pensioni/fondi-pensione-e-linee-di-investimento-fare-la-scelta-giusta.html

*** Oggi le aspettative di vita all’età di 67 anni sono pari a 85,34 anni (18,34 anni a partire dai 67, fonte Istat). Nel calcolo dell’ipotetica rendita ho, però, arrotondato a 20 anni per semplicità e per incorporare in un certo ammontare la possibilità che le aspettative di vita migliorino in futuro. Fenomeno già in atto.

****“Relazione per l’Anno 2020 – Tavole”:

– Iscritti per classi di investimento: Tavola 2.9

https://www.covip.it/la-covip-e-la-sua-attivita/pubblicazioni-statistiche/relazioni-annuali

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