Ribilanciare: l’azione che porta equilibrio!

La Grande Crisi Finanziaria del 2008 ha lasciato in eredità, tra le altre cose, la consapevolezza che il pensiero unico è la via che porta verso il baratro.

L’esperienza del 2008 ha fatto da spartiacque. Da allora in poi, la “Diversity” di genere o culturale (all’interno delle imprese o nelle istituzioni) è diventato un valore aggiunto per combattere le derive del pensiero unico.

Consideriamo ad esempio, i dati di aziende in cui la presenza di uomini e donne in ruoli dirigenziali è più equilibrata, o dove la differenza culturale è più marcata. La performance economica* risulta migliore:

diversità di genere e culturale sono elementi di valore aggiunto per una migliore performance economica

La “Diversity” di pensiero ed un sano dibattito permettono il più delle volte di agganciare il cambiamento dei trend, o i ritorni verso la media di trend consolidati, consentendo di modificare la strategia o la tattica aziendale al momento giusto.

Se ci pensate bene anche la riflessione sul Goal Based Investing, come metodologia che aiuti la ricerca dell’unicità della persona (“Diversity”) e non della ricetta unica per tutti, ha la stessa radice storica.

Peccato però, che sui mercati finanziari tradizionali, la “Diversity” sia al contrario, diminuita nel corso degli anni e non accresciuta.

Mi riferisco ovviamente al concetto di correlazione nei mercati azionari e obbligazionari.

Nelle azioni, il pensiero unico della globalizzazione e la creazione di un unico mercato globale hanno contribuito ad aumentare le correlazioni nel tempo tra le diverse aree**:

correlazione tra EM e Dm dal 1980 al 2020. negli ultimi 20 anni questa correlazione è cresciuta molto

Nelle obbligazioni core: per effetto dei tassi a zero e dei rendimenti molto bassi, l’ampiezza della corsa alla “qualità” nei momenti di maggiore stress di mercato*** si è ridotta marcatamente rispetto al passato:

US stock versus US bond dal 2000 al 2020

E’ necessario a questo punto adottare delle contromisure che puntano a difendere la “Diversity” dei portafogli e ad amplificarne il valore.

Mi spiego meglio …

Una volta definita l’Asset Allocation strategica del portafoglio del nostro cliente, ponendo particolare attenzione a selezionare asset con un buon grado di “diversity”, dobbiamo avere pronta una regola che ci permetta di intervenire durante il viaggio, senza distruggere valore, ma possibilmente accrescendolo.

Di cosa parlo?

Della tecnica del ribilanciamento!

Molto è stato scritto sull’argomento.

Io vorrei però qui sottolinearne le virtù per il Goal Based Investing.

Il ribilanciamento:

  1. Punta ad esaltare la “Diversity”

Restando nel mondo azionario, accostare azioni con profili di performance simili, ma con andamenti differenti, permette al ribilanciamento di lavorare affinché il portafoglio possa esaltare la “Diversity”.

Come mostra l’esempio qui sotto, non è assurdo pensare che anche in contesto di sole asset di rischio il portafoglio ribilanciato possa ambire a far meglio del portafoglio non ribilanciato****:

in un contesto di sole action il portafoglio non ribilanciato ha una performance migliore
  1. Impatta in maniera significativa sul rischio del portafoglio

Se abbiniamo asset più rischiose e asset molto meno rischiose come le Azioni e le Obbligazioni Core (più solide), ad esempio:

  • Azioni con un rendimento del 5,8% annuo e volatilità annua del 15%;
  • Obbligazioni con rendimento dello 0,4% annuo e volatilità annua del 1,4%;

vediamo come il portafoglio non ribilanciato sia più performante (3,6% vs 3,4%), ma meno “efficiente” in termini di rendimento/rischio (3,6% su 9,6% vol. vs 3,4% su 7,6% vol.) rispetto a quello ribilanciato.

a 5 anni, il portafoglio ribilanciato è meno performante, di poco, ma più efficiente in termini di rendimento e rischio

Aggiungo che, se replicassimo le performance a 5 anni per altri 5 anni, il controllo del rischio diventa ancora più evidente:

portando i valori di cui sopra a 10 anni, la volatilità annua del portafoglio non ribilanciato raggiunge l'11,6% contro il 7,6% del portafoglio ribilanciato

Il portafoglio non ribilanciato accresce la volatilità all’11%, perchè nel tempo continua ad aumentare la componente azionaria rispetto a quella obbligazionaria:

Quello ribilanciato, invece, mantiene stabile il valore della volatilità al 7,6%.

  1. Gestisce il rimpianto del cliente in modo sano

Quante volte ti sei sentito dire:

“perchè non abbiamo venduto prima?”

Eppure pensavi di aver fatto un patto chiaro con il cliente sull’impostazione del portafoglio e sui tempi di investimento. Sai altrettanto bene che il cliente sta sfogando su di te il suo malessere psicologico, ma il momento di disagio brucia comunque.

Questa situazione è molto frequente nella relazione consulente – cliente. L’emozione che sta alla base di questo comportamento è il rimpianto.

Il cliente quasi sempre rimpiange la “non azione”.

E’ davvero difficile arginare questa onda emotiva. Anzi, a volte, finisce che anche il consulente, dopo le critiche del cliente, rimpiange di non aver agito.

Anzi, a volte capita che nonostante la razionalità economica e i dati a supporto ci dicano in tutti i modi che meno agiamo meglio è, le persone continuino ad essere attratte dall’azione.

Questo avviene perché l’azione ha l’obiettivo e l’effetto di ridurre il rimpianto, come ci ricorda questo famoso grafico di Kahneman*****:

il rimpianto per un'azione fatta è comunque minore del rimpianto per non aver agito. Kahneman

In altre parole, il Tarlo che abita nella testa del cliente continua a bussare: “Il mio consulente ha fatto tutto il possibile per evitare questo risultato? Poteva fare di più?” e l’Azione lo rende più soddisfatto.

Quindi, un’Azione “disciplinata” che fa leva sul ribilanciamento è, a mio avviso, un modo sano di agire in ottica Goal Based perchè:

  • esalta la “Diversity”;
  • protegge il valore (qui inteso come efficienza di portafoglio);
  • controlla il rischio (così come impostato nell’asset allocation strategica);
  • riduce il rimpianto del cliente e del consulente alla non azione;

diminuendo, di conseguenza, le probabilità che comportamenti impulsivi e non corretti possano far sviare dal raggiungimento dell’obiettivo del cliente!

* https://www.mckinsey.com/featured-insights/diversity-and-inclusion/diversity-wins-how-inclusion-matters#

** https://www.credit-suisse.com/about-us/en/reports-research/csri.html

*** https://advisor.visualcapitalist.com/asset-class-correlation-over-25-years/

**** Tutti i portafogli sono ribilanciati annualmente e pesano equamente nel tempo i due strumenti. 

***** Kahneman, D., & Tversky, A. (1982). The psychology of preferences. Scientific American.

Articoli che ti consiglio: