Dedicato ai consulenti che hanno iniziato a dubitare

In una stanza d’ospedale ci sono due ammalati. Giovanni è allettato, legato ad una macchina con tanti tubicini.

Francesco, invece, può mettersi almeno seduto un’ora al giorno vicino alla finestra. Francesco usa quel tempo per descrivere al compagno ciò che vede fuori: il parco con i suoi alberi e fiori, il laghetto con i pesci e le anatre starnazzanti, le persone che passeggiano, gli sportivi che corrono. Ogni giorno Giovanni riceve una descrizione minuziosa di tutto ciò che accade là fuori, mentre lui, impossibilitato ad alzarsi, immagina la scena come se fosse lì davanti.

Un mattino al risveglio, Giovanni si accorge che Francesco non c’è più. Spaventato chiama l’infermiera per avere notizie e questa gli conferma che il compagno è stato trasferito in un altro reparto. Così Giovanni, lentamente, si solleva per vedere il parco, ma guardando fuori dalla finestra si accorge di avere di fronte solo un muro bianco. Com’è possibile? Giovanni non ci crede. Come era riuscito Francesco a descrivere cose così meravigliose, se fuori dalla finestra non si vedeva nulla? L’infermiera, vista l’incredulità, dice: “Giovanni, ti devo svelare un segreto: Francesco è cieco. Ci ha chiesto di non dirtelo perché voleva darti forza”.

C’è una bellissima frase di Winston Churchill che dice:

“Chi crede nel meglio vede l’invisibile, sente l’intangibile, raggiunge l’impossibile”.

Quanti consulenti oggi davanti a quello che sta accadendo si riconoscono un po’ in Francesco?

È tangibile il disagio di alcuni colleghi che, dopo la tempesta perfetta di questi ultimi 10 mesi, con mercati azionari e obbligazionari ampiamente negativi, sentono il peso delle domande sempre più pressanti dei clienti e la sfida di condurli in un percorso in cui è naturale raccontare di “vedere quello che ancora non si vede”.

È possibile, quindi, che qualche relazione inizi a scricchiolare e che qualche consulente inizi a dubitare.

A tutti i consulenti che in queste settimane hanno visto crescere tale sensazione, chiedo di riflettere su se stessi in questo modo.

Per esperienza in prima persona so che quando il futuro ti sembra molto incerto, ancorarsi il più possibile a ciò in cui si crede è la chiave di volta per trovare la forza di fare i passi successivi. Mi riferisco a quella “visione” che all’inizio della tua carriera, o ad un certo punto di essa, ti ha spinto a imboccare la strada che oggi stai ancora percorrendo con entusiasmo e dedizione.


Ne faccio un tema di coerenza.

Del resto, l’esercizio di chiarezza che tu chiedi ai clienti è opportuno farlo anche in prima persona:

  • Tu: Hai mai giocato a costruire un Puzzle?
  • Cliente: Si.
  • Tu: Normalmente da dove parti?
  • Cliente: Trovo gli angoli e poi seleziono tutti i pezzi con lo stesso colore.
  • Tu: Va bene. Dimentichi però che prima di tutto dovresti guardare l’immagine sulla scatola (la visione) per capire il risultato finale. Con il tuo denaro e il tuo patrimonio è uguale. È l’immagine finale che ci permetterà di capire quali sono le cose giuste da fare adesso.

Questo è un principio universale che vale tanto nella pianificazione finanziaria basata sugli obiettivi, quanto nella gestione delle imprese o nella gestione dei tuoi clienti più ostici.

Ecco. Per non dubitare, devi recuperare la “visione”.

  • Cosa ti dà entusiasmo nel lavoro?
  • Perché ti entusiasma così tanto?
  • Le cose che ti entusiasmano creano valore per te e per i tuoi clienti?

Intorno a noi c’è un’infinità di cose invisibili. Alcuni di noi, però, hanno la capacità di “vedere” prima di altri.

Come fanno?

Io penso che essi riescano a mantenere la lucidità per discernere quanto accade intorno a loro, in modo da fare crescere ciò che reputano positivo per loro stessi, per il disegno che si sono immaginati di voler realizzare.

Solo così trovano la forza di combattere e vincere il dubbio e di procedere fino alla mèta.

Quindi concèntrati su ciò è stato ed è importante per te, e prosegui in quella direzione.

Coraggio!

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